III Premio Graziadei – Menzione speciale → Emanuele Occhipinti: I fiori del Kosmet

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La giuria internazionale, composta da Marco
 Delogu (fotografo e direttore artistico di FOTOGRAFIA), Francesco Graziadei (avvocato, partner di Graziadei Studio Legale), Tod Papageorge (fotografo e direttore del dipartimento di fotografia della Yale University) e Jon Rafman (artista e filmaker), dopo aver visionato le numerose proposte arrivate, ha selezionato Emanuele Occhipinti come menzione speciale della terza edizione del Premio Graziadei.

 

«Kosmet è l’abbreviazione di Kosovo e Metochia, una terra che da tempo viene contesa fra i kosovari di etnia serba e di etnia albanese. Dopo la guerra scatenata da Milosevic nel 1999, l’intervento dell’ONU ha permesso il progressivo ritorno degli albanesi, che hanno messo in atto sanguinose vendette, nonostante la presenza delle forze di interposizione. Nel corso di oltre un decennio, gli albanesi hanno costretto circa 200.000 serbi a lasciare il Kosovo per rifugiarsi in luoghi più sicuri, e hanno devastato centinaia di cimiteri e monasteri ortodossi. Un grave oltraggio per i serbi, che considerano sacre quelle terre di antica tradizione religiosa.

 

A causa delle perduranti violenze che ne hanno messo a rischio la sicurezza, oggi i serbi rappresentano meno del 20% della popolazione del Kosmet. Il loro capoluogo è la parte della città di Mitrovica a nord del fiume Drina. La riva opposta, a cui si accede attraverso un ponte che separa, più che unire, è abitata invece dagli albanesi. Nel resto del Kosmet, i serbi sono confinati in piccole enclave, villaggi poverissimi alla periferia delle città o inerpicati sulle montagne, privi di acqua e luce, ambulatori e scuole. Perfino la loro libertà di movimento è limitata: avventurarsi fuori dai loro “ghetti” significa esporsi alle rappresaglie, e in alcune zone, quando fa buio, è pericoloso anche solo uscire di casa.

 

Nel mio viaggio attraverso il Kosmet ho visitato alcune di queste enclave, incontrando i serbi e ascoltando le loro storie di violenza e miseria. Ho percepito l’odio che li separa dagli albanesi, un odio che continuerà ad alimentarsi e a tramandarsi di generazione in generazione, fino a quando una soluzione pacifica non porrà fine a questo immane problema di convivenza. Il mio lavoro intende raccontare le vite di queste persone, radicate nella loro terra come le peonie, che qui chiamano božur. Sono i fiori del Kosmet, scarlatti come il sangue versato nel corso di una guerra mai finita.»

 

PREMIO GRAZIADEI 2014

Menzione speciale

GIURIA

Marco Delogu
Francesco Graziadei
Tod Papageorge
Jon Rafman

Category
III Edizione